domenica 13 marzo 2011
Chrome Cranks - Diabolical Boogie
I newyorkesi Chrome Cranks nascono, nel 1992, dai defunti Honeymoon Killers (band in cui militava anche Jon Spencer) e muoiono nel 1998. In questi 6 anni la band ha registrato 3 album e sono uscite altrettante 3 compilation. Diabolical Boogie è, senza ombra di dubbio, la raccolta più completa e coinvolgente del complesso: 33 brani impetuosi ed al cardiopalma. La furia del gruppo è tutta da ricondurre al punk dei Germs e degli Stooges, al garage-rock dei The Sonics, al noise-rock dei Pussy Galore e degli Scientists, al blues-punk dei The Gibson Bros ed al psychobilly dei Cramps. Shakerate ben bene e vi ritroverete davanti il punk-noise-blues dei Cranks. Il che vuol dire: chitarre sguainate a mò di rasoi affilati, vocalizzi sconsiderati (Peter Aaron, cantante del gruppo, ha una voce che ricorda sia Nick Cave che Lux Interior), basso subsonico e batteria incontenibile. E' un vero peccato che si siano sciolti....
P.S. Nella compilation sono presenti diverse cover: Dog Eat Dog, The Devil Is in Texas (Daniel Johnston), Street Waves, Shut Down, Black To Comm, Mr. Fingers (Brainiac), Julie Do Ya Love Me (Tom Bahler), Auto Mo-Down, Nobody Spoil My Fun, Little Johnny Jewel e The Slider .
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domenica 6 marzo 2011
Smegma - Rumblings
Smegma è, forse, la band noise-rock più longeva del mondo. Pensate che la band si è formata nel 1973 (Pasadena, California) ed è tutt'ora in attività. Fanno parte del "Los Angeles Free Music Society", manifesto delle arti audio-visive dei musicisti sperimentali della megalopoli californiana, insieme a collettivi quali Airway, Caroliner, Sun City Girls e Thinking Fellers Union Local 282. Verso la fine degli anni '90 Richard Meltzer (insieme a Lester Bangs è giudicato un'icona della critica rock americana) ne è diventato il vocalist. Rumblings è una compilation, uscita nel 2005, che racchiude in se la genialità del gruppo: musica astratta, rumorismo concreto (la registrazione di rumori di un treno in corsa), free-noise con elementi jazz, garage-surf-noise, blues-space-noise, minimal improvisation. Si raccomanda calorosamente di lavarsi i genitali dopo aver prestato attenzione a questo articolo!
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sabato 26 febbraio 2011
Testors - Complete Recordings 1976-79
Testors, Testors, Testors!! Agli albori del punk-rock, Sonny Vincent & Co., facevano scintille e promettevano grandi cose, in quel di New York, tra il 1976 e il 1981; invece rimasero una grande meteora americana. Ma, fortunatamente, hanno lasciato in eredità molte registrazione raccolte in questo doppio album. I componenti della band sono cresciuti a pane e rock: basta ascoltare qualche traccia per capire appieno le varie influenze che hanno subito in gioventù. Spiccano i nomi degli Stooges, MC5, Rolling Stones, Creedence Clearwater Revival e Dio. Assemblando il tutto esce fuori il grezzo-dissacrante-immorale-incazzato garage-punk del gruppo. Rientrano, tra l'altro, tra i complessi pionieri della futura scena hardcore punk anni '80. Sonny Vincent, in aggiunta, era molto apprezzato e rispettato come musicista: sue le collaborazioni con Thurston Moore (Sonic Youth), Greg Ginn (Black Flag), Lou Reed, John Cale, Wayne Kramer (MC5), Captain Sensible (The Damned), Cheetah Chrome (The Dead Boys), Bob Stinson (The Replacements), Richard Lloyd (Television), Jad Fair (Half Japanese). Tirando le somme non si può parlare della scena punk newyorkese fine anni '70 senza citare i Testors. Ad un uomo del genere ed al suo clan bisogna solo portargli rispetto.
Down Cd1
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sabato 19 febbraio 2011
Castanets - Cathedral
Raymond Raposa si cela dietro lo pseudonimo di Castanets. La sua creatura deriva da uno psych-folk visionario, post-blues malaticcio per nottambuli, alt-country per cowboys solitari. Cathedral prende spunto dalla tradizione folk anni '70 a là Simon Finn o, altrimenti, a qualcosa di più recente come Vic Chessnut o il country di Will Oldham. Ma di tradizionale ha ben poco: accordi inusuali, percussioni aritmiche, scenari dark e ricerca di suoni originali. Raposa getta tutto in questo gran calderone e quello che tracima è la ricognizione nella fede. Piuttosto accattivante!
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sabato 12 febbraio 2011
Afrirampo - あふりらんぽ* (We Are Uchu No Ko)
Le donne sono delle gran fiche. A meno che non andiamo a toccar la merda. Ma, certamente, non è il caso di Oni e Pikachu: ovvero Afrirampo. Dal 2002 (anno in cui si sono unite artisticamente) al 2010 hanno collezionato collaborazioni con Acid Mothers Temple e Yoko Ono. Hanno diviso il palco, nei tour europeo ed americano, con i Sonic Youth e Lightining Bolt e un altro loro lavoro (Kore Ga Mayaku Da) è stato prodotto da John Zorn. L'anno scorso fecero questo doppio cd che mise in evidenza (ancora una volta) la demenza che i sudditi di Akihito potevano raggiungere. Un frittura di garage punk-rock, psichedelia e avant-rock incredibile. Il duo affronta un lungo viaggio sperimentale tra improvvisazione, free noise e liriche non-sense, che danno un'impronta puerile, spontanea e maniacale al disco. Un altro prodigio della scena di Osaka.
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lunedì 7 febbraio 2011
Christian Death - Only Theatre Of Pain
Chi non conosce il mito di Rozz Williams è un mentecatto. Nato Roger Alan Painter, assunse il nome ben più conosciuto quando lo vide su una lapide nel cimitero di Pomona. Istrionico (oltre che a cantare e suonare fu anche pittore), bisessuale e demoniaco, Rozz crebbe influenzato dai vari David Bowie, T-Rex, Iggy Pop e Alice Cooper. Formò i leggendari Christian Death (il nome è un il risultato di un gioco di parole sul frocetto Christian Dior) nel 1979 insieme a James McGearty e George Belanger. Nel 1981 la band si sciolse momentaneamente e Rozz creò il progetto Premature Ejaculation col suo ragazzo, Ron Athey (body artist estremista). Ma le performance dal vivo erano eccessive (Athey arrivo a mangiare un gatto morto crocifisso) e nessuno volle più ingaggiarli. Allora Williams riaprì le danze ricostituendo i Christian Death; al quartetto si aggiunse Rikk Agnew, già chitarrista negli Adolescents. Durò poco: Agnew e Belanger mollarono il gruppo nel 1982. L'anno successivo Rozz riformò ancora il complesso utilizzando i membri di un'altra formazione: i Pompeii 99. A questo punto il gruppo era composto da: Rozz (frontman), Valor Kand (chitarre), Gitane Demone (tastiere), Constance Smith (basso) e David Glass (batterie). Ma non era l'unica proposta del frontman. Difatti l'ennesimo proponimento secondario si chiamò Shadow Project (in questo periodo il cantante era fortemente condizionato dalla mente di uno degli uomini più fichi del mondo, Charles Manson) cui fece parte Eva O, sua futura moglie (si sposarono nel 1987). Entrambe le formazioni andarono avanti fino alla morte del bandmate; avvenuta nel 1998 a causa di un nodo troppo stretto alla gola. La sua musica era impregnata nell'esoterismo, nel vampirismo, nella necrofilia e un pò tutto quello che gira attorno a questi argomenti. Lo stesso Only Theatre Of Pain affonda le radici in codeste materie. E c'è dell'altro: è stato il pioniere del dark-punk in America (in Gran Bretagna "impazzavano" i Bauhaus e i Virgin Prunes) e, grazie ad esso, si è coniato il termine critico death-rock. Death-rock non solo per i campi prima citati ma, anche, per la tipologia di musica espressa: funerea, cupa, atroce, drammatica e angosciente. Ballate voodoobilly su giri di basso funky, hard-rock stridente, frenetico. E la natura vampiresca dell'anima del cantante.
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giovedì 3 febbraio 2011
Vampire Rodents - Lullaby Land
Uno dei migliori esempi di collage musicale mai creati. I Vampire Rodents sono sempre stati influenzati dall'avanguardia (Daniel Vahnke, anima e chitarrista del gruppo, era uno studente di tale corrente artistica) e dalla ambient music. Ma il loro interesse,verso la musica in genere, era talmente ampio da trattare in seguito altri generi musicali. Il punto focale della band risiedeva nella composizione delle tracce: campionamenti di ogni sorta (sperimentale, industrial, rock, metal, jazz, contemporanea, funky, elettronica, tribale) inseriti nelle strutture ritmiche delle canzoni. Quello che ne conseguì fu un mix letale di suoni (una vera e propria mutazione costante dal primo all'ultimo pezzo) accompagnati da liriche tra il farneticante e il grottesco. Non vi sarà possibile riuscire a catalogare questi fenomeni da baraccone.
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lunedì 31 gennaio 2011
Raccoo-oo-oon - Behold Secret Kingdom
E sempre parlando di psichedelia non si poteva non parlare dei Raccoo-oo-oon. Vengono dall'Iowa e hanno, nel sangue, tracce di Gong, Faust e Hawkwind. La label (dal buon orecchio) Release The Bats ha prodotto questo prodigio di album nel 2007; e i risultati di tale lavoro sono sorprendenti: suoni astrali e, talvolta, astratti che rendono l'opera confusa, intricata. Ma questa non è una matassa informe poiché dietro c'è una regia magistrale; tutte le parti hanno un ruolo specifico: le chitarre spaziali (a metà tra Can e Chrome), la batteria tribale e dissonante (sulla falsa riga degli Animal Collective) e la baraonda rumoristica che aleggia sugli strumenti (tendenzialmente presi dall'elettronica e dall'industrial). Praticamente vi ho detto tutto quello che dovevate sapere in merito a questa formazione. Adesso tocca a voi!
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venerdì 28 gennaio 2011
Sleep - Dopesmoker
Un sogno. Distorto, lento e massiccio. Ma, pur sempre, un sogno. Ci sarebbe tanto e troppo da dire riguardo gli Sleep. Hanno rivisitato lo stoner-rock dandogli un'impronta molto più pesante e flemmatica. Hanno influenzato un pò di band: Mastodon, Bongzilla, Orange Goblin, Sunn 0))), Pelican. Lascio a voi il compito di decifrare quali siano stati gli influssi subiti dalla band. Dopesmoker è la take originale (single track da 73.07 minuti, uscito nel 2003) di Jerusalem (uscito nel 1999, suddiviso in 7 tracce della durata di 52.08 minuti). Esoterico, minaccioso, maestoso, intenso e libero nella creatività: un unico riff violento e ripetitivo, concepito e costruito come fosse un viaggio onironautico. E' stato inciso interamente sotto effetto della marijuana (da qui il titolo del disco). Prodotto e masterizzato da Billy Anderson (il quale ha lavorato pure con: Red House Painters, Fantômas, Cathedral, Neurosis e Swans), fu un macello discografico ma non sto qui a spiegarvi la storia intera (la trovate qui). Sappiate solo che è uno dei dischi nevralgici della scena stoner/doom. Vi consiglio di ascoltare anche gli Om e gli Shrinebuilder, gruppi capitanati dal bassista degli Sleep, Al Cisneros.
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mercoledì 26 gennaio 2011
Yo La Tengo - I Can Hear The Heart Beating As One
Gentilissimi (nonché pochissimi) lettori, oggi vi parlo di una delle band indie americane più eclettiche della storia: Yo La Tengo. Ira Kaplan (voce e chitarra) fonda questo gruppo, nel 1984, insieme a Georgia Hubley (batteria). E si distinguono fin da subito: Kaplan scrive canzoni utilizzando un linguaggio da intellettuale mentre la band spazia su molti generi musicali evitando sempre la banalità. Attraverso la loro discografia si nota una certa camaleonticità raffinata e si capiscono anche tutte le influenze che hanno condizionato la band nel corso degli anni. Primi su tutti i Velvet Underground. Ma ancora: Television, Feelies, Sonic Youth, solo per menzionarne alcuni. Pure le liriche fanno riferimento ai gruppi prima citati; sopratutto Lou Reed e Tom Verlaine hanno suggestionato il lavoro del cantante. Questo LP è, senza ombra di dubbio, il loro esperimento meglio riuscito. La molteplicità dei suoni (indie, grunge, jazz, pop, shoegaze, bossanova, elettronica, hard-rock, folk, psichedelia) e la maturità artistica, raggiunta nel corso degli anni, fanno di questo album il lavoro più emotivo e variegato degli Yo La Tengo. Che ficata!!
Trivia: il cd contiene anche le cover "Little Honda" dei Beach Boys e "My Little Corner of the World" di Bob Hilliard e Lee Pockriss.
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lunedì 24 gennaio 2011
Magic Lantern - High Beams
Non lasciatevi impressionare dalla copertina. Per parlare dei Magic Lantern bisogna fare riferimento alla scena psichedelica tedesca degli anni '70 unita alla scena doom-stoner anni '90. Perché, ascoltandolo ben bene, si sente il richiamo a band tipo: Amon Düül II, Can, Popol Vuh, Faust, Sleep e Monster Magnet. Solo che ci troviamo nel 2008 e, a quanto pare, al gruppo californiano questo non interessa. Sente l'attrazione per il cosmo e, più in generale, per l'ignoto. Ogni traccia del disco è un viaggio oscuro. Riff di chitarre a loop, l'uso estenuante di feedback, l'intreccio dei suoni e la corrispettiva confusione che ne scaturisce. L'imponenza che emerge è qualcosa di assolutamente fantastico!
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giovedì 20 gennaio 2011
Dadamah - This Is Not A Dream
Uno dei gruppi seminali più interessanti e importanti degli ultimi 15 anni. Dadamah nasce in Nuova Zelanda per volontà di Roy Montgomery. Considerato uno dei chitarristi contemporanei più infuenti, ha adottato, da sempre, l'etica del "do it yourself". Vale a dire il rifiuto di pubblicare materiale tramite le major a favore delle case discografiche indipendenti (praticamente la filosofia alla Crass). E così è successo per questo progetto, distribuito dalla Kranky Records nel 1992. Non è un sogno: è la ricerca di un sound innovativo. Sperimentando, Montgomery e compagnia, hanno ricreato qualcosa di mistico e gentile contemporaneamente. Psichedelia da una parte, Lo-Fi dall'altra; nel mezzo ogni sorta di effetto noise. La musica prende forma da sola, senza alcun bisogno di forzare la mano. E' tutta una questione di mantra: la mente,libera dai pensieri, è in grado di concentrarsi per raggiungere, ad esempio, l'illuminazione. Folgorante questo LP!
Trivia: Montgomery, successivamente, formerà Hash Jar Tempo (in collaborazione con i Bardo Pond), band dedita al rock sperimentale e psichedelico più estremo degli stessi Dadamah.
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martedì 18 gennaio 2011
U.S. Maple - Sang Phat Editor
Eh, il blues non è più quello di una volta. Oggigiorno viene contaminato da tanti altri elementi del tipo: noise, math-rock e experimental rock. Come è successo a U.S. Maple, band di Chicago, nata dalle ceneri di Shorty. E' senz'altro una delle realtà più fiche e estreme uscita negli ultimi 15 anni in America. Sang Phat Editor mette in evidenza la capacità del gruppo di destrutturare il blues: le linee di chitarra e basso sono discordanti tra loro, la batteria sembra andarsene per i fatti suoi. Più che avere un senso ritmico, il sound prende la forma di un collage di suoni. U.S. Maple riprende molto il lavoro che misero in atto molto prima The Red Krayola, Soft Machine e Captain Beefheart. Anzi, Sang Phat Editor è il dark side di Trout Mask Replica. E voi dovete ascoltarlo. Pena, un casino di mazzate!!
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sabato 15 gennaio 2011
Neurosis - The Eye Of Every Storm
Avete presente "La Metamorfosi" di Franz Kafka? Bene, in 26 anni di carriera i Neurosis hanno attraversato molti periodi; iniziando con l'hardcore punk per attraccare nel porto dello sludge metal/post-metal. E, nel mezzo, tutta una serie di mutamenti. In primis, l'entrata nel gruppo da parte di Steve Von Till che ha portato al drastico cambio di genere. I primi 2 lp erano incroci tra hardcore punk e metal mentre da Souls At Zero si gettavano già le basi per arrivare al sound che oggi hanno raggiunto. In secundis, l'uscita dei due lavori in solitaria di Von Till e Scott Kelly, i quali, hanno consolidato la maturità dei due artisti. Non solo. Il folk apocalittico uscito fuori è stato traslato nella band: A Sun that Never Sets e The Eye Of Every Storm sono gli esempi meglio riusciti. Chitarre massicce ma dotate di un sound dark, passaggi sludge metal (in alcuni momenti ricordano i Corrosion Of Conformity), testi ipnotici e profondi e la voce del cantante tenebrosa come non mai.
As my body leaves me
I cling to a tree in a dream
I'm screaming to you
Whatever comes through me I will be
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venerdì 14 gennaio 2011
The Jesus Lizard - Goat
Steve Albini è un uomo che ne capisce di musica buona. Questi qua, ad esempio, sono stati prodotti da lui. Nascono ad Austin nel lontano 1987 per trasferirsi, poi, a Chicago dal 1989 al 1999. La band comprende: David Yow (voce), Duane Denison (chitarra), David Wm. Sims (basso), Mac McNeilly (batteria). Yow e Sims suonavano nei Scratch Acid; altro gruppo figaccione che sarà recensito (prima o poi). Ritornando al discorso principale, i The Jesus Lizard hanno creato 6 lp, 1 live e 3 ep nella loro carriera musicale. Questa, a parer mio, è l'opera che più incarna la l'ideologia sonora del quartetto. Mezz'ora d'album che si fa bere in un solo sorso. Alternative metal, post-punk, noise-rock, grunge, indie rock, alternative rock. Che altro bisogna dire? Immergetevi nel sound di Lucertola Gesù ed ne uscirete aggressivi e conflittuali. Capre!!
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mercoledì 12 gennaio 2011
Pholas Dactylus - Concerto Delle Menti
Per quanto se ne possano vantare gli inglesi (con qualsivoglia rispetto), tutti sappiamo che i gruppi progressive migliori al mondo sono stati quelli nostrani. E un esempio classico si può fare citando Pholas Dactylus. Un bel giorno del 1972 Paolo Carella, Valentino Galbusera, Maurizio Pancotti, Elenio Colledet, Rinaldo Linati e Giampiero Nava decisero di sciogliere gli Spectre per creare questo nuovo progetto. Unico LP del sestetto, stampato dalla genovese Magma, "Concerto Delle Menti" è suddiviso in 2 tracce di altissimo pregio dove la ricerca di nuove sonorità, legate ad una matrice prog, fanno di questa band il suo punto di forza maggiore. L'indagine acustica comprende avanguardia, jazz, psichedelia. Il vocalist Carella non canta ma, bensì, recita come se ci trovassimo in un teatro: interiore, rivelatore ed inquietante. Le tematiche vanno dalla Bibbia alla mitologia, dalla fantascienza al simbolismo Baudelaireiano. E quindi emerge la drammaticità umana quando si cerca di contrapporre al divino il sacrilego. Uno degli album più controversi ed ispiratori che si siano prodotti in Italia. Una sconvolgente realtà vi aspetta dietro la porta della ragione.
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lunedì 10 gennaio 2011
Genocide Organ - Leichenlinie
Passiamo alla cronaca. Quelli che vedete nella cover, altri non sono che un ammasso di cadaveri in putrefazione. Si vocifera in giro che siano stati i Genocide Organ, ma non ne siamo completamente sicuri. Appartenenti alla corrente industrial tedesca anni 80, i componenti della band si presentano in stage travestiti da terroristi; talvolta brandendo torce, a volte portandosi dietro varie croci. Lo stile è tutto particolare: death-industrial molto distorto, oscuro. Pare di ascoltare una registrazione rovinata e, al tempo stesso, ti fa sentire come rinchiuso in uno sgabuzzino con altre persone che ti gridano nelle orecchie. Completano l'opera tutta una sorta di rumori altamente molesti, realizzati con ogni genere di oggetti. Registrato nel 1989, pubblicato (solo 291 copie!!) dalla Tesco Organization. Un genocidio sonoro!
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sabato 8 gennaio 2011
Human Eye - Human Eye
Penso a Detroit e mi vengono in mente: Stooges, MC5, Alice Cooper, Parliament, Sufjan Stevens. E gli Human Eye. Si formano nel 2004 e, l'anno successivo (grazie alla In the Red Recordings), escono allo scoperto con l'omonimo album. Il loro garage punk risente dell'influenza della band di Iggy Pop ma non solo; difatti, riascoltandolo, potete sentire gli echi dei Chrome, Ramones, Pere Ubu e Captain Beefheart. Se, invece, volete capire di cosa si parla nelle loro canzoni vi basta sapere che sono: irriverenti, dementi, maniaci, edonisti e arroganti. Adesso passiamo alle previsioni meteo...
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giovedì 6 gennaio 2011
Simon Finn - Pass The Distance
Ci troviamo a Londra, nel 1970. La british invasion si avviava al declino mentre impazzava la psichedelia. E lo sciamano Finn realizzò questa piccola meraviglia. Per poi scomparire per 30 anni ed essere ripescato dalla Durtro Jnana Records (label indipendente il cui proprietario è David Tibet, bandleader dei Current 93) che ristampò il vinile nel 2004. Un connubio perfetto tra psych e progressive folk. Un viaggione misterioso, che può anche dare di minaccioso, a volte. Le liriche dello stregone parlano di religione, storia, fantasia, amore, sesso e di droga utilizzando un linguaggio molto colto. Un album mistico che ha affascinato molti altri artisti tra cui Thurstone Moore e Antony and the Johnsons (con i quali ha suonato dal vivo negli ultimi anni). Prendetevi un bel cartone e sparatevelo a tutto volume!!
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martedì 4 gennaio 2011
League Of Automatic Music Composers - 1978-1983
Musica in rete! Non quello che pensereste voi pagani ma 6 "musicisti" (John Bischoff, Jim Horton, Tim Perkis, David Behrman, Paul DeMarinis e Rich Gold) che, attraverso una LAN, trasmettevano impulsi a vari computer; una volta rielaborati, i dati venivano tramutati in suoni. Geniale! Nel 1978 si sono riuniti e, con ogni sorta di strumentazione elettronica (mixer, tape recorder, computer e microcomputer etc..), hanno cominciato a registrare il tutto rigorosamente dal vivo e completamente improvvisato. Qua sta il bello: l'artista non era tale perché creava suoni mediante l'uso degli elaboratori ma, piuttosto, per l'interazione che doveva sviluppare con gli altri compositori. E, attraverso la loro influenza reciproca, le apparecchiature utilizzate interagivano tra di loro producendo una vera e propria sinfonia. 5 anni, 10 incisioni e un mondo da riscoprire. Ascoltate e capirete.
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lunedì 3 gennaio 2011
For Carnation - For Carnation
Squirrel Bait e Slint non vi dicono nulla?? Quindi non sapete neanche chi sia Brian McMahan. Dopo i progetti prima citati, nel 1994, forma i The For Carnation insieme a David Pajo (Slint), Britt Walford (Slint/Squirrel Bait), Doug McCombs e John Herndon (insieme nei Tortoise). Nel 2000, grazie alla Touch And Go Records. pubblicano l'omonimo album il quale è considerato il manifesto musicale del gruppo. Il sound è strisciante e lento creando un ambiente malinconico e intimo allo stesso momento (prestando attenzione, riecheggia lo stile dei Codeine); il tempo si espande gradualmente mantenendo un essenziale minimalismo. La vera anima risiede nei testi: introspettivi e riflessivi, con un tocco di regressione (McMahan da l'impressione di essere Nick Cave e Tim Buckley riuniti in un unico individuo). La miscela tra slowcore e post-rock (più una punta jazz qua e là) vi aiuterà a ricordare che, ogni tanto, porvi qualche domanda esistenziale non è affatto male (ammesso che abbiate le risposte).
Precisazione: al momento della pubblicazione la band era formata da Brian McMahan, Micheal McMahan (chitarre) Bobb Bruno e Rafe Mandel (chitarre e tastiere), Todd Cook (basso) e Steve Goodfriend (batteria).
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domenica 2 gennaio 2011
Scott Kelly - The Wake
Scott Kelly, chitarrista e co-fondatore dei Neurosis e Tribes Of Neurot, si avvia in una ricerca interiore terminata, nel 2008, con l'uscita di The Wake. Un'indagine sulla distruzione, sull'agonia e sulla solitudine. Il risultato finale è l'introspezione di un uomo dalla mente lucida che rivela al mondo la sua anima. Un album che nasce, cresce e si spegne lentamente, senza nessuna pretesa di sorta (sopratutto per quello che riguarda la composizione). Una chitarra struggente e minimale, la sua voce cavernosa e pochi altri elementi fanno di questo gioiello un piccolo tabernacolo dove potreste evocare la vostra piccola coscienza.
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